Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio del Trading di XTB, fintech globale che offre una piattaforma di investimento online e un’app mobile, nel Q3 si è osservata una forte tendenza a considerare i fattori macroeconomici come determinanti per il futuro andamento dei mercati azionari, obbligazionari, valutari e delle materie prime. Il tasso di disoccupazione e il suo andamento, sono stati i fattori determinanti per le decisioni delle banche centrali, insieme all’inflazione.
Nello scorso trimestre si sono verificati due eventi di grande rilievo per l’economia globale: i tagli dei tassi da parte della Bce e della Fed. Abbiamo, inoltre, assistito a un momentaneo arresto dell’aumento del tasso di disoccupazione Usa, fattore chiave per le future decisioni della Federal Reserve in merito ai tassi d’interesse. Sul fronte delle banche centrali, si è registrato un calo dell’inflazione sia in Usa che in Europa, dove quest’ultima ha raggiunto il target previsto al 2%, in seguito al forte ribasso delle inflazioni di Germania, Francia, Italia e Spagna.
Recap dati macro chiave:
- Taglio dei tassi Fed (FFR) dello 0,5% portati nella forchetta 4,75-5,00%
- Taglio dei tassi Bce (MRO) dello 0,6% portato al 3,65% con nuovo riferimento Tasso sui Depositi (DFR) e attuazione del differenziale di 15 punti base con il tasso di rifinanziamento principale
- Taglio dei tassi Snb portati a 1% e revisione stime di inflazione
- Inflazione Europa a 1,8% e raggiungimento del target di inflazione
- Inflazione Usa al ribasso al 2,5%
- Tasso di disoccupazione Europa ai minimi storici al 6,4%
- Tasso di disoccupazione Usa al ribasso al 4,1%
Tasso di disoccupazione Usa protagonista dei mercati
Il tasso di disoccupazione Usa svolge un ruolo cruciale all’interno del contesto macroeconomico attuale, poiché la sua relazione con un potenziale ciclo di taglio dei tassi da parte della Fed, insieme a un’inflazione che rimane a ridosso del 2% ha coinciso, nel 2000 e nel 2008, con un forte ribasso sui mercati azionari. Questo per quanto riguarda la storicità delle componenti macroeconomiche. Al momento il tasso di disoccupazione è oggetto di dibattito a causa delle frequenti revisioni in negativo dei Nonfarm Payrolls (buste paga del settore non agricolo), ben 15 su 19 a partire da gennaio 2023, e dell’ultimo dato, che ha visto un ribasso consistente del dato per via del più forte aumento di assunzioni nel settore pubblico – il più alto della storia americana. Secondo l’analisi delle componenti macro, è possibile che il tasso di disoccupazione venga ulteriormente rivisto al rialzo nel corso dei prossimi mesi, salvo eventi di natura eccezionale da un punto di vista statistico e macroeconomico. Questo fattore sarà decisivo per i futuri tagli dei tassi da parte della Fed e del futuro andamento dei mercati globali su ogni comparto.
Mercati globali
Il comparto azionario si è dimostrato ancora tonico al rialzo, nonostante alcune significative debolezze tecniche con la chiusura di settembre su alcuni indici, in particolare il giapponese Nikkei e l’italiano Ftse Mib. Al momento la dimostrazione di forza è arrivata da indici come il Dax, il Dow Jones e l’S&P500, che hanno registrato i loro nuovi massimi storici nel Q3. Nel comparto obbligazionario si è osservata una normalizzazione della curva dei rendimenti americani, con il rientro dei rendimenti a 2 anni al di sotto del benchmark di quelli a 10 anni, con un differenziale che ha oscillato tra i 6 e i 18 punti base nelle ultime settimane del trimestre. Anche i rendimenti dei titoli di Stato in Europa sono stati in calo, a causa del ciclo di taglio dei tassi, elemento fondamentale per vedere ulteriori ribassi di questi ultimi, nel corso dei prossimi mesi. Lato valutario, EurUsd e GbpUsd hanno provato a mettere pressione a un dollaro che ha faticato ad apprezzarsi, mentre il cambio UsdJpy ha provato a rialzare la testa dopo i forti ribassi visti nel corso degli scorsi mesi. Per quanto riguarda le commodities, abbiamo visto l’Oro proseguire il suo forte trend rialzista, mentre il Petrolio risalire dai minimi – per via delle tensioni geopolitiche. Nel settore delle criptovalute, infine, Bitcoin è rimasto ancora al di sotto dei massimi visti a marzo di quest’anno, dimostrando una certa reticenza degli investitori ad abbracciare con decisione uno scenario “Risk On”.
Asset da monitorare e Prospettive per Q4 2024:
- Nikkei225: L’indice giapponese ha chiuso il mese di settembre con una dinamica negativa confermando la tendenza di vendita dei massimi a partire dal Q2 2024
- Ftse Mib: L’indice italiano ha chiuso il mese di settembre con una dinamica negativa confermando la tendenza di vendita dei massimi a partire dal Q2 2024
- UsdJpy: Il cambio è tornato ai massimi di agosto, livelli che potrebbero essere uno spartiacque tra un forte rimbalzo di lungo periodo o il proseguimento della dinamica ribassista iniziata a luglio
- Crude Oil (Petrolio): La materia prima ha raggiunto dei minimi importanti di lungo periodo, di recente comprati in coincidenza con l’aumento delle tensioni geopolitiche. L’aumento del prezzo del petrolio potrebbe essere determinante anche per potenziali ritorni dell’inflazione a livello globale
- Gold (Oro): Asset rifugio, il suo trend è tecnicamente molto estremo e potrebbe essere soggetto a ritracciamenti. Al momento la tendenza di base rimane rialzista
L’evoluzione dello scenario macro dal punto di vista dei dati sull’occupazione, l’evoluzione dello scenario geopolitico e il futuro esito delle elezioni, saranno i prossimi eventi da attenzionare. Inoltre, le aspettative sui tassi di interesse Fed vedono al momento un taglio dei tassi da 0,25% per novembre e 0,25% per dicembre, queste aspettative muteranno in base all’evoluzione dell’inflazione e soprattutto del tasso di disoccupazione, vero protagonista di Q4. Per quanto riguarda l’Europa attenzione a possibili futuri tagli aggressivi da parte della Bce per via dell’inflazione rientrata al di sotto del 2%, mentre per la BoE si attende ancora l’inizio di un ciclo di taglio dei tassi.